sabato 8 agosto 2015

Le Cocoricò

Ecstasy, cocaina, alcol e restanti additivi,
il mattatoio prende le ali e decolla, ma non ci sono più aeroporti
La         mattanza
delle opinioni

di Leonardo Montecchi*

Come sa chiunque
si sia occupato da un punto di vista antropologico o sociologico delle feste da ballo sia all’aperto che al chiuso queste due posizioni si ritrovano sempre. Sono convinto che la repressione dell’aspetto dionisiaco della vita, per dirla alla Nietzsche, sia un grave errore. Penso che il muro di Berlino sia caduto più per The Wall dei Pink Floid che per le politiche di Reagan, e mi è sempre più chiaro che è difficile irregimentate chi sperimenta la libertà.
L'aspetto
dionisiaco
L’aspetto dionisiaco si accompagna sempre con la musica ed anche con sostanze che favoriscono la dissociazione. A cominciare dal vino che si è sempre servito nei locali da ballo e nelle feste private. Negli anni 60 nel nord europa e negli USA si assumeva amfetamina, Jack Kerouac in on de road ci descrive concerti di Jazz con assolo di sax alla Charlie Parker con gente fatta di metedrina. Chi ascoltava la musica beat o anche faceva parte di quella sottocultura è facile che usasse pasticche come il Pronox o il Roipnol, barbiturici. Con la musica psichedelica arrivò l’hascisc e la marijuana. Il sergente Pepper diffuse LSD senza il quale è impensabile la musica dei Pink Floyd.
Sister Morphine 
L’eroina stava lì come un cinese ad aspettare i cadaveri e con Sister Morphine dei Rolling Stones, ma meglio ancora il punk demenziale degli Skinantos: "sono andato alla stazione ho comprato il metadone…". Si capisce quali droghe e musica sono adatte per i Sex Pistol. 



Rave          Party

Il tempio del Cocco
E’  con l’hip hop, passando per il reggae e il raggamuffin che ritorna la marijuana, invece con la nascita della techno cambia il panorama musicale. Niente più rock star con cui identificarsi la musica da sfondo diventa figura, come dice Phipip Tagg, lo spazio viene delimitato dagli impianti e le vibrazioni sonore si sentono in tutto il corpo e non solo con le orecchie.
Questa musica genera i rave party che si diffondono dalla fine degli anni ’80 e producono, nella migliore delle ipotesi quelle zone temporaneamente autonome o TAZ che ha teorizzato Hakim Bey. Il Cocoricò è diventato un tempio di questa musica nomade. Non è facile diventare un tempio di un movimento internazionale, non è l’unico tempio, ma non ce ne sono molti altri. La chiusura, contrariamente alla volontà proibizionista e perbenista, lo trasformerà ancora di più in un mito.
Spirito Apollineo, Spirito Dionisiaco.
Il Caos e la Legge Henri Matisse, La dance (1909)

  Dunque...
riprendiamo, lo scopo della tecno, come di qualsiasi altra musica dionisiaca è accedere ad uno stato modificato di coscienza,questo sarebbe lo sballo. Perché c’è questo desiderio di “sballo”? Forse perché lo stato di coscienza ordinario è diventato insopportabile, la multidimensionalità dell’essere umano è precipitata in una unica dimensione,come aveva visto Marcuse, la dimensione lavorativa.
Futuri collassati
Di  più, nella nostra contemporaneità, chi non ha un lavoro, e sono tanti, non ha coscienza, ed  è privo di quella che chiamo identità analogica cioè una dimensione storica di se stesso. Il futuro per lui e’ già collassato ma scompare anche il passato ed emerge una identità digitale puntiforme che si costruisce nel momento che si sta vivendo. Tutto il movimento techno e’ un movimento di dissociazione collettiva dallo stato di coscienza ordinario. Non è certamente psicopatologia.

La stanza di un Hikikomori
     Ma   anche      quest o  
  movimento
che dura da più di venti anni e’ in fase discendente, la tendenza emergente e’ un altra molto più inquietante. Si tratta di un isolamento in casa, una chiusura al mondo e a qualsiasi socialità che non sia una connessione internet. In Giappone ci sono già più di un milione di Hikikomori (termine giapponese usato per riferirsi a coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento e confinamento per rifugiarsi decisamente nel Web).
Aumentano   i suicidi
E' un dato emergente giovanile e si diffonde sempre di più quella che Soren Kierkegaard chiamava la malattia mortale, cioè la disperazione. In questo panorama desolante che ci siano moltitudini che ballano e cercano di modificare il loro stato di coscienza è un sintomo di salute non certo una psicopatologia. .


               Quelli   si fanno    esplodere
per un     paradiso futuro

Soren Kierkegaard 
Il ballo è, come mostrava il Living Theatre, Paradise now. Bisogna però capire che per produrre uno stato di dissociazione nella era della globalizzazione sono necessari degli induttori, gli induttori non necessariamente sono delle sostanze, possono essere la moltitudine delle persone, le luci stroboscopiche, la massa, gli odori, i profumi, ma soprattutto la musica che arriva dritta alla testa e al cuore. La frequenza dei BPM il volume dei bassi, la sapienza dei DJ nella manipolazione e mescolamento delle piste sonore in relazione alla moltitudine danzante. E poi, appunto, il ballo per tante ore. Tempo che si vuole vivere ma è come essere assenti e il cuore a quel punto potrebbe complicare di non poco la situazione. Passare la notte ballando in uno spazio del genere produce uno stato dissociato che genera fenomeni specifici come una forma di comunicazione non verbale molto intensa.









Illuso popolo
bonalisa
Alla   techno si è associata l’extasy, il Mdma ma lo scopo profondo che convoca le moltitudini ad una festa techno non è l’assunzione della sostanza ma l’accesso ad uno stato modificato di coscienza. Se si trasforma in altro siamo di fronte ad una eterogenesi dei fini.
E' assolutamente necessario riuscire a parlare di tutto questo perché una azione repressiva come la chiusura del Cocoricò non si trasformi nell’ennesima campagna proibizionista e perbenista dei Catoni contemporanei. E' fondamentale diffondere la strategia della riduzione del danno. Cosa pensano di chiudere tutte le discoteche perseguitare i rave party e obbligare i giovani ad ascoltare musica classica o il triste rock di cantanti e gruppi settantenni, che ascoltavano i loro nonni?
Diffusione     dei culti   greci
Nel 186
avanti Cristo il senato romano proibì la celebrazione dei baccanali. I baccanali erano feste in onore di Bacco, che in Grecia è conosciuto come Dioniso in cui si beveva vino si ballava in un clima orgiastico per raggiungere uno stato modificato di coscienza in cui poteva avvenire la possessione rituale da parte delle divinità. Le feste erano caratterizzate da musica che veniva ballata da maschi e femmine.
 Il polverone   di Catone
Nel senato romano prevalse la tendenza di Catone e della oligarchia senatoria che vedeva in queste feste un pericolo perché gli uomini ballando si effeminavano e le donne che partecipavano si trasformavano in prostitute non adatte ad essere madri di famiglia romana. Qualcuno ha visto nella repressione di questi culti un attacco politico al circolo degli Scipioni che favoriva una diffusione dei culti greci e una promozione delle classi più basse in una ottica di allargamento della cittadinanza romana.
*Leonardo Montecchi
Psichiatra, psicoterapeuta, nato a Novafeltria nel 1952 lavora nel campo delle dipendenze patologiche dal 1978. Ha contribuito a fondare la cooperativa CentoFiori che a Rimini gestisce la comunità terapeutica di Vallecchio, il centro diurno di via Portogallo 10 e l'appartamento di reinserimento. Ha fondato e dirige la scuola di prevenzione, psicanalisi operativa e concezione operativa di gruppo J.Bleger. www.bleger.org è editor della rivista www.pol-it per la parte dipendenze. E' socio della associazione internazionale di psicoterapia di gruppo. Dirige la collana i sintomi della salute per Pitagora di Bologna